12 suggerimenti per scegliere la copertura più adatta per ripararsi dal sole nel proprio spazio all’aperto
Una pergola non manca quasi mai neanche nei giardini di campagna: era infatti il luogo dove nelle sere estive si consumavano frugali cene.
Oggi la pergola è diventata un piccolo lusso: i giardini si sono via via ristretti e spesso manca lo spazio. In questi casi evitate soluzioni intermedie, concedetevi una pergola o un pergolato solo se il giardino o il terrazzo ne può ospitare uno di dimensioni sufficienti. In caso contrario optate per un arco, che consentirà di coltivare egualmente molte rampicanti.
Le pergole posso essere aggettanti, addossate o autoportanti. In commercio ne esistono di differenti tipi e materiali. Siate molto attenti nella scelta: non fate l’errore di preferire il risparmio rispetto alla qualità, poiché la pergola dovrà durare anni. Tutto, dalla base dei pilastri fino alla ferramenta, dovrà essere a prova di acqua e ruggine.
Se scegliete il metallo spenderete di più, ma sarà anche più semplice effettuare operazioni di manutenzione o riparazione (a volte i pezzi in legno devono essere del tutto sostituiti).
Rispettate sempre lo stile dell’edificio e cercate piante che facciano per voi: le rampicanti sono numerosissime, dunque in questo articolo vi daremo qualche suggerimento per una scelta più consapevole.
Dal punto di vista strettamente orticolturale, la pergola offre la possibilità di coltivare quelle specie che amano un’ombra filtrata, come le camelie, molti rododendri e azalee, le ortensie. Ai margini invece potranno essere coltivate piante che gradiscono il pieno sole o un’illuminazione diretta solo per qualche ora al giorno (a seconda dell’esposizione); inoltre, piante che soffrono molto il vento – sia freddo che caldo – trovano sotto una pergola la collocazione ideale. Va da sé, invece, che i rampicanti utilizzati per la pergola richiederanno invece una buona esposizione, assolata ed aperta.
Rustica, in campagna, con i pali scortecciati
La pergola più diffusa è quella di tegole o pali scortecciati, usata dai contadini per il riposo all’ombra. Molte case di campagna le hanno conservate o restaurate per le loro preziose qualità: la capacità di aggregazione e di coadiuvare il relax.
Il metodo più semplice per costruire da zero una pergola, è quella di addossarla ad una parete dell’edificio, preferibilmente lontana da stanze riservate, come camere da letto, studi, biblioteca o bagni. Preferite le pareti di cucina e quelle del salone. Sarà in questo modo più facile portare le vivande all’esterno, qualora si voglia mangiare all’aperto, oppure trasformare il pergolato in un salotto all’esterno.
Non fatevi frenare dal pensiero che l’ombra possa essere pesante nei mesi invernali: basterà scegliere un rampicante deciduo.
Autoportante in cemento
La pergola può essere costruita su un lastricato e sorretta da pilastri. Ovviamente questi vanno inseriti in plinti le cui dimensioni devono essere calcolate da un ingegnere o un geometra. Non commettete l’errore di sottodimensionare la portata della costruzione, poiché molte piante tendono a diventare pesanti con il tempo.
Il glicine (in foto), ad esempio, tende a ispessire e moltiplicare i rami, avvolgendosi strettamente alla struttura, tanto che è in grado di piegare il ferro. Alcuni legni hanno poi un peso specifico piuttosto alto, nonostante il piccolo diametro dei fusti. Non trascurate il peso del fogliame e dell’umidità che tra di esso si andrà raccoglie.
Piante tipiche per un pergolato autoportante sono la Campis radicans, la Bignonia, laMansoa alliacea (potrebbe però disturbarvi l’odore di aglio), il caprifoglio, la Tecoma, laPyrostegia venusta, la Plumbago capensis‘Bleu Foncé’, la Clematis montana, ilRhyncospermum jasminoides, la Stephanotis floribunda (solo in climi miti), Passiflora (alcune non sono rustiche), l’Ipomoea coerulea (annuale a rapido sviluppo), Humulus lupulus ‘Aureus’, Distictis buccinatoria (solo in climi caldi).
Classica, in pietra
Una pergola con colonne in pietra, marmo o altri materiali pregiati caratterizza fortemente un giardino. Attenti a scegliere il materiale che si intoni con l’edificio e la copertura adatta, che dovrà accompagnarsi con l’eleganza statuaria delle colonne ma essere al contempo sicura e di lunga durata.
Se non siete sicuri del risultato finale, orientatevi su pietre chiare o dalle tinte neutre, rispetto a quelle vivacemente variegate.
In genere le sedute sotto questo tipo di pergolato riprendono il materiale delle colonne e sono di fattura artigianale, semplice e classica.
Data l’eleganza dei pilastri, scegliere dei rampicanti troppo avvolgenti sarebbe un peccato. Seguite piuttosto una strategia differente: piantatele all’estremità della pergola, lasciando libere le colonne, in modo da potervi inserire alla base degli arbusti di piccole dimensioni e con rami piuttosto aperti (le cosiddette “rose da pillar” sono perfette). Se la pergola è molto lunga potete indirizzarvi su rampicanti davvero colossali, come la Fallopia baldschuanica (sinonimi: Fallopia aubertii, Polygonum baldschuanicum) o inserite qualche altro esemplare sui lati lunghi.